La Commissione europea ha ufficializzato il parere favorevole sull’applicazione in Italia dello “split payment” , per cui la definitiva autorizzazione della misura è ora subordinata all’approvazione del Consiglio europeo, che dovrà esprimersi all’unanimità
La Commissione europea ha ufficializzato il parere favorevole sull’applicazione in Italia dello “split payment” , per cui la definitiva autorizzazione della misura è ora subordinata all’approvazione del Consiglio europeo, che dovrà esprimersi all’unanimità.
L’autorizzazione ha carattere temporaneo, per una durata triennale (2015-2017) non rinnovabile.
La limitazione temporale è stata collegata all’introduzione, dal 6 giugno 2014, dell’obbligo di fatturazione elettronica per le prestazioni eseguite nei confronti della pubbliche amministrazioni, esteso, dal 31 marzo 2015, a tutte le amministrazioni, ivi compresi gli enti locali.
Considerata la novità di tale strumento, la cui piena operatività verrà raggiunta in un arco di tempo triennale, il Governo italiano ha ritenuto necessaria l’adozione dello “split payment”, da affiancare alla fatturazione elettronica, sempre in funzione antievasione.
Una volta implementata la fatturazione elettronica, lo strumento della scissione dei pagamenti dovrà essere eliminato (ossia dal 1° gennaio 2018), in virtù del fatto che la fatturazione elettronica sarà sufficiente a garantire la lotta alle frodi, poiché consentirà di controllare l’ammontare dell’IVA che le pubbliche amministrazioni sono tenute a versare ai propri fornitori,
Decorsi 18 mesi dall’adozione del meccanismo, lo Stato italiano dovrà presentare alla Commissione UE un rapporto sui tempi di rimborso del credito IVA generato dall’applicazione dello “split payment”,
Al di là dell’esito della procedura autorizzativa, ANCE continuerà comunque ad evidenziare, anche in sede europea, le gravi criticità legate all’estrema lentezza del sistema italiano di rimborso dei crediti IVA vantati dalle imprese ed amplificati dallo “split payment”.
Occorre, quindi, un’accelerazione dei rimborsi IVA, tenuto conto che, ad oggi, i tempi di restituzione dell’imposta sono superiori ai dodici mesi, con una perdita di risorse, per il settore delle costruzioni, pari a 1,3 miliardi di euro all’anno.