Il disegno di legge di Stabilità 2015-2017, all’esame della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, prevede, tra l’altro, la proroga dell’ecobonus e delle detrazioni per ristrutturazioni, la riapertura dei termini per la rivalutazione delle aree edificabili, ulteriori dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico e modifiche alle regole del Patto di stabilità interno.
Il provvedimento entrerà in vigore il 1° gennaio 2015.
Il 4 novembre scorso si è tenuta l’audizione dell’ANCE, in seduta congiunta, presso le Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato, nel corso della quale la nostra associazione ha giudicato positivamente le scelte operate dal Governo relativamente alla riduzione dei carichi fiscali e contributivi delle imprese e alla proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e degli ecobonus.
Sul piano della crescita, è stato invece evidenziato che la manovra finanziaria rimane sostanzialmente legata alla logica di austerità europea e che la politica economica non trova negli investimenti in infrastrutture un fattore di rilancio dell’economia.
Anche la tutela del territorio contro il dissesto idrogeologico, le scuole, le politiche delle aree urbane, sono confinati all’interno di un Patto di stabilità improntato ancora alla visione europea del rigore.
Sul piano delle singole misure, ANCE ha criticato, in particolare, il raddoppio, dal 4% all’8%, della ritenuta sui bonifici di pagamento delle spese agevolate con le detrazioni per il recupero e la riqualificazione degli edifici, che ha come unico effetto quello di ridurre la liquidità delle imprese, senza migliorare in alcun modo l’efficacia dello strumento di contrasto all’evasione.
Per quanto riguarda l’estensione del meccanismo del “reverse charge” – già utilizzato nel subappalto edile – alle prestazioni di servizi di pulizia, demolizione, installazione di impianti e completamento degli edifici (rese in appalto e in subappalto), ANCE ha sottolineato che crea rilevanti problemi gestionali negli adempimenti amministrativi, soprattutto per i lavori di completamento degli edifici, che di norma sono compresi nei più ampi progetti di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da questi difficilmente scindibili.
Ancor più critico, poi, è l’aspetto relativo ai crediti IVA che, già rilevanti per le imprese del settore, verrebbero incrementati ulteriormente con l’estensione del meccanismo dell’inversione contabile