Da ieri è partita la raccolta di firme coordinata da ANCE nazionale contro la norma varata dalla legge di stabilità che obbliga la Pubblica amministrazione a non pagare più l’IVA alle imprese, ma direttamente all’Erario
Da ieri è partita la raccolta di firme coordinata da ANCE nazionale contro la norma varata dalla legge di stabilità che obbliga la Pubblica amministrazione a non pagare più l’IVA alle imprese, ma direttamente all’Erario.
Attraverso una petizione online “no allo split payment”, sul sito www.ance.it, verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, con lo split payment, si vedranno togliere una liquidità fondamentale per la propria sopravvivenza.
Il decreto ministeriale attuativo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 febbraio scorso, disciplina solo marginalmente gli effetti del nuovo sistema sulle imprese, limitandosi a stabilire la priorità nel rimborso del credito IVA, senza fissare un termine entro il quale garantirne comunque l’erogazione a favore delle imprese, né, tantomeno, prevederne strumenti di recupero immediato.
Lo split payment va applicato dalle Pubbliche Amministrazioni e dagli Enti già destinatari del meccanismo della cd. “IVA ad esigibilità differita” vale a dire dallo Stato, dagli enti pubblici territoriali, dalle Camere di Commercio, dagli istituti universitari, dalle aziende sanitarie locali,
enti ospedalieri, enti pubblici di ricovero e cura aventi prevalente carattere scientifico, enti pubblici di assistenza e beneficenza e quelli di previdenza.
Sono invece escluse dal nuovo meccanismo le operazioni effettuate nei confronti degli altri soggetti non espressamente contemplati dalla norma (quali, ad esempio, ANAS, ENI, ENEL, società a prevalente partecipazione pubblica, etc.).
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