Si fornisce un aggiornamento sullo stato dei fondi disponibili per la ricostruzione degli immobili danneggiati dal terremoto, sulla base dei recenti provvedimenti recentemente approvati dalla struttura commissariale della Regione Lombardia.
Con l’ordinanza 89 del 20 febbraio scorso sono state sospese le assegnazioni dei contributi per le abitazioni danneggiate.
La Regione è impegnata a definire l’elenco cronologico di validazione delle istanze di contributo presentate dai cittadini nei diversi Comuni, mentre l’istruttoria verrà comunque portata a termine per tutte le istanze presentate, che si concluderà, in questa fase, con un’ordinanza sindacale di approvazione del progetto senza copertura finanziaria.
Complessivamente mancano fondi per 330 milioni di euro, considerando, oltre ai contributi per le abitazioni (deficitari per 227 milioni) gli indennizzi per le aziende industriali, commerciali e agricole (circa 100 milioni di euro prevalentemente destinati all’agricoltura).
L’importo della scopertura (330 milioni di euro) è destinato a subire un parziale ridimensionamento, perché alcune domande pervenute a ridosso del termine del 31 dicembre 2014 sono state respinte per irregolarità formali e, allo stesso tempo, si sono verificate economie di spesa per diversi interventi già approvati e finanziati.
I contributi per le imprese agricole e, probabilmente anche per le altre attività produttive (come abbiamo appreso da fonti della Regione) verranno assegnati entro il 29 maggio 2015 in quanto la disciplina europea dispone che i finanziamenti per il settore agricolo vengano concessi entro 3 anni dall’evento calamitoso.
Tuttavia il regolamento comunitario dei tre anni, pensato per favorire il settore agricolo, può risultare, in questa contingenza, addirittura controproducente.
Per le abitazioni la situazione chiaramente è ancora più incerta, anche se i committenti che hanno già ottenuto l’assegnazione del contributo non corrono rischi.
Sarà mio impegno fornire nuovi aggiornamenti per questa situazione che comporta, oltre al disagio sociale nelle zone terremotate del nostro territorio, riflessi negativi per le imprese impegnate negli interventi di ricostruzione.